di Francesco Scatigno – da il Mago di Oz 8 maggio 2022


La guerra in Ucraina sembra essere nata dal nulla, viene raccontata dai media in tempo reale ma non è permesso spiegarne la complessità delle ragioni storiche. Noam Chomsky lo fa egregiamente in questo libro senza cercare giustificazioni o attenuanti per il crimine di guerra che rappresenta l’invasione intrapresa da Putin.


Perché l’Ucraina?

Perché l’Ucraina è un libro straordinario per diverse ragioni. Innanzitutto il libro è la raccolta di sette interviste a Noam Chomsky, quasi tutte realizzate tra il febbraio e la fine di marzo del 2022. Perché l’Ucraina è il punto di vista di un grande pensatore su temi attualissimi, realizzato in tempo reale. Dall’ultima intervista (24 marzo) alla pubblicazione (21 aprile) è passato meno di un mese.

In secondo luogo Noam Chomsky è uno dei massimi esperti sul ruolo dei media in occidente ed uno dei maggiori critici della politica estera statunitense. Il suo è un pensiero lucidissimo, nonostante i suoi 93 anni, ed utilissimo a comprendere il ruolo degli Stati Uniti nella guerra russo-ucraina. Chomsky si definisce anarchico.

Le interviste che vanno a comporre questo libro, uscito in italiano in anteprima mondiale, sono sette. La prima intervista è di Valentina Nicolì realizzata nel dicembre 2018. Le altre sei interviste sono realizzate da C.J. Plychroniou per la rivista indipendente Truthout, dal 4 di febbraio, periodo precedente all’invasione russa, al 24 marzo 2022 e ci portano gradualmente dentro la guerra in Ucraina.

Ruolo dell’Europa e della NATO nella guerra in Ucraina

L’intervista del 2018 di Valentina Nicolì riguarda il ruolo dell’Europa e della Nato. Chomsky ripercorre la storia dell’Europa dal secondo dopoguerra ad oggi passando per De Gaulle, Willy Brandt e Gorbačëv. L’accordo che si raggiunse per l’unificazione della Germania prevedeva che la NATO non si espandesse verso Est. Era l’unica ragione per cui l’Unione Sovietica potesse fare questa concessione alla Germania divisa.

L’allargamento della NATO fino ai confini russi

Gli accordi furono mantenuti fino al 2008 quando Bill Clinton allargò la Nato fino ai confini con la Russia. Con Bush e Obama ci furono anche degli inviti all’Ucraina ad entrare nella NATO. Secondo Chomsky la NATO è consapevole che l’Ucraina non farà mai parte dell’alleanza militare atlantica. Neanche dopo un’eventuale vittoria nella guerra russo-ucraina. La Russia non lo accetterebbe mai.

Il ruolo della Nato

Secondo Chomsky la NATO non avrebbe più senso di esistere, come alleanza militare, dopo la fine dell’Unione Sovietica. Chomsky riporta il pensiero dello storico inglese Richard Sakwa, professore di Politica europea e russa all’Università del Kent, secondo cui la Nato si giustifica col bisogno di gestire le minacce provocate dal suo allargamento.

In questo modo la NATO si è trasformata in un’alleanza che ha lo scopo di controllare le risorse energetiche mondiali ed è funzionale come supporto agli Stati Uniti nelle diverse operazioni speciali e missioni di pace occidentali.

Europa indipendente dalla NATO

Il più grande regalo che Putin ha fatto agli Stati Uniti con la guerra in Ucraina è stato quello di compattare gli stati europei nella NATO e di rafforzare l’egemonia statunitense nell’alleanza atlantica. Un’Europa indipendente dalla Nato, forza terza rispetto agli altri blocchi era il sogno di De Gaulle. Ma anche l’aspirazione di Michail Gorbačëv (Gorbaciov) che immaginava un sistema di sicurezza europeo che comprendesse la Russia.

Gli Stati Uniti hanno sempre osteggiato un’emancipazione europea dall’egemonia americana che spinge l’Europa verso un’economia caratterizzata da un capitalismo estremo. Chomsky ricorda il caso del Cile del 1973 quando gli Stati Uniti insediarono il dittatore Pinochet e uccisero il presidente Allende. Lo scopo, secondo Kissinger, era quello di eliminare quell’esperienza di riforme sociali che poteva diventare un modello per Italia e Spagna.

Eppure un precedente dell’affrancamento potrebbe essere costituito oggi dall’iniziativa diplomatica di alcuni leader europei, Macron in particolare, per la ricerca di una soluzione che getti le basi per la pace tra Ucraina e Russia.

Putin nella guerra in Ucraina

La posizione della Russia è molto chiara. Putin non può accettare che Georgia e Ucraina entrino nella NATO, che ospitino esercitazioni militari NATO e vengano militarizzate dalla NATO. Se succedesse qualcosa del genere in Messico con forze armate russe o cinesi, sarebbe ugualmente inaccettabile per gli Stati Uniti.

Crimini di guerra e nazisti

Chomsky dichiara, senza nessuna ambiguità, che l’invasione russa dell’Ucraina è un crimine di guerra. Come l’invasione statunitense dell’Iraq e come l’invasione tedesca di Hitler della Polonia. Un crimine per il quale i gerarchi nazisti sono stati condannati all’impiccagione al Processo di Norimberga.

Guerra evitabile e soluzioni per la pace

La guerra, secondo Chomsky, era evitabile. Le condizioni che porteranno alla fine della guerra ed alla pace saranno le stesse che se realizzate prima, la guerra avrebbero potuto evitarla. A Putin non ci si deve arrendere e non bisogna concedere tutto. Ma le condizioni che si devono accettare a guerra in corso sono sicuramente peggiori di quelle che potevano cercarsi prima.

Tra le condizioni di pace ci saranno l’attuazione dei protocolli di Minsk che riconoscano una forma di autonomia per le repubbliche del Donbass all’interno di un’organizzazione federalista dell’Ucraina. Sistema federalista simile a quello statunitense. La smilitarizzazione e la neutralità dell’Ucraina sono parte essenziale delle condizioni.

Escalation: la guerra nucleare e la terza guerra mondiale

Non ci si deve arrendere ma bisogna concedere a Putin una via di fuga che gli permetta di uscire dalla guerra non completamente umiliato. La Russia è il paese con il maggior numero di testate nucleari ed una escalation della guerra sarebbe disastrosa e non avrebbe vincitori. Se vogliamo evitare la terza guerra mondiale o una guerra nucleare una soluzione, un compromesso va cercato. E non va cercato molto lontano da quelli che erano gli accordi di Minsk.

La politica di Biden con la Cina ed il rischio di un’altra guerra

Le sanzioni alla Russia hanno l’effetto di avvicinare la Russia alla Cina e di favorire, invece, gli Stati Uniti come fornitore di petrolio per i paesi europei. Nei confronti della Cina, inoltre, Biden sta portando avanti una politica di accerchiamento militare, simile a quello della Nato nei confronti della Russia.

Le ultime leggi di Biden in materia economica (National Defense Authorization Act del 27 dicembre 2021) hanno riservato, infatti, notevoli finanziamenti per l’acquisto di navi ed aerei e per la Pacific Deterrence Initiative per la difesa di Taiwan.

Chomsky ci invita a chiederci come si sentirebbe la Cina nel momento in cui gli Stati uniti raddoppiano la spesa per l’anno 2022 per l’installazione di missili ad alta precisione lungo la prima catene di isole (Giappone, Taiwan e Filippine).

L’Europa è decisiva sia con la Russia che con la Cina

Il ruolo dell’Europa è fondamentale in questo scenario internazionale. Se i paesi europei smettessero di accettare qualsiasi strategia militare e politica statunitense, avrebbero i requisiti per rappresentare una terza forza, di avere una propria politica internazionale e forse di scoraggiare i presidenti statunitensi da giochi pericolosi, sfruttando supremazia militare americana.

Inoltre, un affrancamento dell’Europa dagli Stati Uniti e dalla Nato libererebbe i paesi europei da quella morsa che li costringe a perseguire politiche economiche ispirate ad un estremo capitalismo neoliberista a favore, invece, di una socialdemocrazia con uno stato sociale che garantisca a lavoratori e fasce più deboli diritti essenziali e assistenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *