Wounded Palestinians wait for treatment at the overcrowded emergency ward of Al-Shifa hospital in Gaza

Il doppiopesismo (chi vuole fare il fico direbbe il “double standard”) dell’occidente, del nord del mondo in realtà, nei confronti dei “sacri valori occidentali” e del diritto internazionale sarà la causa della fine dell’antropocene (se non arriva prima il cambiamento climatico).

In queste ore abbiamo assistito ad una serie di “fatti” in Medio Oriente.

Premesso il mio ribrezzo per Hamas, per i suoi metodi e per la sua ideologia di morte (come per Putin, prima di ogni dichiarazione occorre fare questa premessa) il mio disprezzo non è inferiore per il governo di Israele, per i coloni, per i sionisti, tanto va anticipato per inquadrare la mia posizione.

Allora, appena ieri è stata approvata una legge in Knesset che consentirà al governo israeliano di “chiudere le voci ritenute pericolose per la sicurezza nazionale”([1]). Il premier israeliano (di cui non faccio il nome perché non mi piace scrivere oscenità) ha detto che darà immediata esecuzione alla legge chiudendo “il canale terroristico Al Jazeera” (naturalmente, avendo la televisione copertura satellitare e sede in Qatar, si tratterà della chiusura delle sedi locali. In realtà, dal punto di vista dei giornalisti coinvolti è quasi un progresso rispetto a quello che Israele sta facendo ai loro colleghi di stanza nella striscia di Gaza che vengono sottoposti a quella che sembra una vera e propria caccia all’uomo (dall’inizio del conflitto sono oltre 170 i giornalisti e gli operatori morti per mano dell’esercito israeliano).

L’unica reazione dell’occidente, in difesa della libertà di informazione, in assenza di qualsiasi prova delle presunte attività terroristiche di Al Jazeera, è stata una alzata di sopracciglio, a mostrare una lieve contrarietà, da parte di due portavoce della Casa Bianca.

Sempre lunedì, Israele ha bombardato la sede diplomatica di uno stato con cui non è formalmente in guerra, anzi senza che vi fosse uno scontro diretto di qualsiasi tipo, situato nel territorio di un altro stato, la Siria, con cui le ostilità sono sospese dal tempo della guerra dello Yom Kippur (1973) anzi di cui occupa illegalmente, contro diverse risoluzioni ONU, parte del territorio. Nell’azione, in pieno centro di Damasco all’ora di punta, è morto un importante comandante iraniano e 13 diplomatici.

Qui la reazione non è stata di ferma condanna della violazione ma, al massimo, alcune cancellerie hanno espresso il timore di un allargamento del conflitto.

Non una parola sul vero e proprio crimine internazionale che Israele ha commesso.

Stamattina, ultimo in ordine di tempo ma sono sicuro non ultimo, purtroppo, crimine di guerra del governo israeliano, sono stati uccisi 7 operatori della ONG americana WCK mentre si recavano a distribuire cibo alla stremata popolazione di Gaza.

Questo crimine di guerra stavolta ha indignato un po’ più perché tra i morti ci sono volontari provenienti da Polonia, Canada, USA, Australia.

Perché parlo di “crimine di guerra” perché secondo il quotidiano israeliano Haaretz (come riportato sul Fatto Quotidiano): “il drone dell’esercito israeliano avrebbe lanciato i missili in rapida successione, nonostante i tetti dei veicoli fossero chiaramente contrassegnati come appartenenti all’ong. La decisione sarebbe stata presa da un’unità a guardia del percorso di trasporto degli aiuti dopo che le truppe avevano precedentemente avvistato quella che sembrava essere una figura armata a bordo di un camion che entrava in un’area di deposito degli aiuti. Ma nessun uomo armato era presente nel convoglio. “Alcuni passeggeri sono stati visti scendere dall’auto dopo che questa era stata colpita e passare a una delle altre due auto. Hanno continuato a guidare e hanno anche informato i responsabili di essere stati aggrediti, ma pochi secondi dopo un altro missile ha colpito la loro auto”, scrive Haaretz: “La terza macchina del convoglio si è avvicinata e i passeggeri hanno cominciato a trasferirvi i feriti sopravvissuti al secondo attacco, per metterli fuori pericolo. Ma un terzo missile li ha colpiti”([2]). La reazione del premier israeliano è stata quasi una alzata di spalle: sono cose che in guerra capitano.

Questi sono solo gli ultimi episodi, nel giro di 24 ore, analoghi ad altri che in diversi contesti hanno fatto scattare sanzioni, mandati di cattura internazionali.

Si aggiunga, ad esempio, secondo il rapporto di organismi dell’ONU la sistematica violazione delle leggi internazionali che vietano l’uso della fame, della privazione di acqua ed energia, delle cure mediche come arma di guerra. Pratiche queste che non solo sono state messe in atto da Israele ma sono state teorizzate e rivendicate da esponenti del governo e delle forze armate di quel paese.

Tutte le strutture sanitarie della striscia sono state sottoposte ad attacchi forsennati, innumerevoli sono i casi di morti per carenza di cure, mancanza di medicine, stravolgenti le immagini dei bambini prematuri morti nelle loro incubatrici perché mancava l’energia elettrica (nessuno si azzardi a paragonarli ai bambini morti nel tremendo attacco di Hamas del 7 ottobre perché se ti definisci “l’esercito più morale del mondo” non puoi comportarti come quelli che definisci tagliagole, se non confermando il doppiopesismo da cui sono partito).

Ed allora, il fatto che “l’unica democrazia del medio oriente” possa comportarsi così, in totale spregio del diritto internazionale, della libertà di informazione, dei diritti umani che dovrebbero essere pilastri dei “sacri valori universali” dell’occidente significa una sola cosa questi valori non sono universali, tanto meno sono sacri, probabilmente non sono neppure valori ma ipocrisie.

Si dice che il presidente Franklin Delano Roosvelt dicesse di Anastasio Somoza padre (sanguinario dittatore del Nicaragua che, si stima, uccise ventimila oppositori, comunisti, sandinisti e democratici): “sarà anche un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana”.

La frase non trova riscontro nella agiografia ufficiale del “santo presidente” del New Deal (anche se posso testimoniare di aver sentito con le mie orecchie Edward Luttwak attribuirgliela, nei primi anni ottanta quando noi della FGCI di Esquilino tentammo di protestare contro la sua presenza durante una iniziativa al cinema Ambra Jovinelli).

Certo è che, anche se fosse apocrifa, mi sembra indubbio che quella frase sia ancora la principale ispiratrice della politica estera di tutti, in special modo di chi si ammanta di quei valori che poi disprezza nei fatti.

Immagine in copertina: Wounded Palestinians wait for treatment at the overcrowded emergency ward of Al-Shifa hospital in Gaza City following an Israeli airstrike on October 11, 2023; Di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=138775627 (immagine ritagliata per esigenze di pubblicazione)


[1] Articolo 21, https://www.articolo21.org/2024/04/al-jazeera-verso-la-chiusura-il-governo-di-israele-supera-in-curva-orban-putin-e-pressoche-tutti-i-regimi/

[2] Il Fatto Quotidiano, https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/02/gaza-7-cooperanti-uccisi-drone-israeliano-idf-membro-hamas/7498454/

Di Roberto Del Fiacco

Libero professionista, consulente tributario, esperto nell'economia dei servizi comunali di raccolta rifiuti. Si illude di essere ancora iscritto al Partito Comunista Italiano e alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (quelli veri). E' nato e morirà comunista

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