Consequences of a shelling during Russian invasion of Ukraine. Chernihiv Oblast, 28 February 2022

Prima di entrare nel merito, di come il conflitto ucraino sia arrivato agli esiti attuali, è necessario fare una premessa.

Quando la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina, sfondando il fronte e violando il diritto internazionale e la sovranità di uno stato libero e indipendente, è stata formulata una equazione semplicistica e riduttiva attraverso il binomio aggressore-aggredito. Su questa equazione, pienamente legittima, si è costruita una narrazione che per alcuni è diventata puramente strumentale e propagandistica.

Gli antefatti sono stati complessi e devastanti per gli equilibri geopolitici già precari, frutto della fine della guerra fredda e dell’implosione dell’Unione Sovietica. La NATO in questi anni ha inglobato diversi paesi già appartenenti al patto di Varsavia, accostandosi pericolosamente ai confini dell’attuale confederazione Russa. In Ucraina da circa otto anni si combatte una guerra civile tra Ucraini e filorussi con circa 15.000 vittime. E’ ormai acclarato che sul suolo ucraino operano militari della NATO ciò significa che l’Ucraina, pur non essendo ufficialmente membro della NATO, dalla Russia veniva percepita come una minaccia sempre più reale.

Da subito chiunque abbia provato a contestualizzare questo conflitto è stato liquidato come filo-putiniano e così delegittimato a parlare a priori. Alcuni analisti, realisticamente, avevano sottolineato che la Russia è militarmente sovrastante e che una resistenza Ucraina sarebbe stata, nel lungo periodo, devastante e disastrosa per il popolo ucraino. La NATO, in pieno accordo con l’Unione Europea, ha rifornito di armi gli aggrediti non potendosi impegnare direttamente in un conflitto dagli esiti imprevedibili. Detto questo a quasi tre anni dall’invasione Russa ci troviamo difronte ad uno scenario apocalittico: il territorio ucraino devastato, centinaia di migliaia di militari morti da ambo le parti, migliaia di civili morti, feriti e intere comunità evacuate dalle città bombardate, con i Russi incontenibili che avanzano quotidianamente lungo tutto il fronte tanto che gli esperti non legati alla propaganda parlano esplicitamente di guerra persa.

Facciamo ora qualche considerazione politica. Gli Americani hanno combattuto una guerra per procura per indebolire la Russia in funzione anticinese e spaccare l’Europa sempre più concorrente che partner. Le sanzioni alla Russia si sono rivelate un boomerang per l’Europa. Questo braccio di ferro intrapreso tra NATO e Russia sarebbe potuto durare ancora molto se non fosse precipitata la situazione in Medioriente costringendo gli americani a disimpegnarsi in Europa. Quindi, come dice il Papa è ora di fare i conti con una sconfitta sul campo e aprire dei negoziati.

In Palestina gli Israeliani hanno fatto del diritto internazionale carta straccia. Credo che, chi dal salotto di casa continua a illudere gli Ucraini incitandoli alla resistenza, sia in malafede. Anche gli ultimi aiuti, faticosamente votati al congresso americano che poi si tradurranno in 14 miliardi di armi comprate direttamente nelle fabbriche U.S.A, non potranno ribaltare la situazione ma al massimo procrastinare fino a novembre quando si voterà negli Stati Uniti. Peccato che non si tratta di prolungare una passeggiata ma una guerra con ulteriori morti e devastazioni.

Immagine di apertura: Fonte State Emergency Service of Ukraine, Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale. Immagine ritagliata per esigenze tecniche

3 pensiero su “Ucraina”
  1. Condivido pienamente.
    Da parte mia, ritengo che il conflitto in Palestina sia stato opportunamente risvegliato proprio allo scopo di destabilizzare l’attenzione USA e NATO verso l’Ucraina, cosa che Zelensky ha sottolineato ben presto. Chi deve combattere su due fronti combatterà in svantaggio rispetto a chi combatte un fronte solo e si copre le spalle con opportune alleanze, tipo la Cina.
    Lapalissiano che del popolo ucraino e del popolo palestinese e del numero delle vittime da ogni parte non importa nulla, gli Stati sono macchine che avanzano sulla base di interessi e non di principi di giustizia, e schiacciano le persone.
    Flavia Forato

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