fonte Il blog di Angelo d’Orsi – 9 gennaio 2022

Adesso basta! Ugo Mattei ci ha seccato.

Gli ho fatto passare tutto, nella campagna elettorale, condotta in modo scorretto e sgangherato, con un furgone super-inquinante che gracchiava per le vie di Torino, con volantini di propaganda per la sua lista distribuiti fuori tempo massimo, con comizi al Campus dove era vietato fare propaganda elettorale, con discorsi grotteschi, in cui alle domande di eventuali intervistatori o spettatori rispondeva sciorinando i propri meriti (tutti da scoprire), e quelli del babbo e del nonno (non ho approfondito, ma che c’entrano i parenti con quello che noi facciamo o diciamo?).

E la sua lista personale, partita poco dopo l’inizio dell’anno addirittura, lui la presentava come “né di destra, né di sinistra”, proprio lui che aveva incantato un po’ di giovani con la parola d’ordine del “benecomunismo”, dopo aver lucrato delle teorie di Stefano Rodotà, compianto, sui “Beni comuni”, e post mortem ha continuato a dirsi suo collaboratore, anzi nel suo discorso era Rodotà che semmai collaborava con lui…(povero Rodotà, mi piacerebbe proprio sentire un suo commento!).

Lui che scriveva sul Manifesto e partecipava scomposto ai cortei, purché fossero non di sinistra, ma di estrema sinistra. Lui che vociava contro il Tav, lui che voleva salvare la Cavallerizza dalla privatizzazione, lui che insegnava negli Usa e contemporaneamente a Torino, tanto da avere delle grane amministrative, dalle quali non so come sia uscito.

In campagna elettorale al di là delle pagliacciate (esempio il tuffo nel Po per dimostrare la sua purezza, tra pantegane e piante velenose…), ha continuato a ripetere fino alla vigilia estrema del voto che i sondaggi che lo davano spacciato erano fasulli, e che i suoi personali sondaggi, affidati ad una società statunitense lo accreditavano del 25-30% e che sarebbe arrivato sicuramente al ballottaggio.  Ora infatti ripete lo schema e dice che i dati del Ministero della Sanità e quelli dell’OMS e di tutti gli organismi di ricerca e amministrazione della scienza medica sono farlocchi, e che lui ha i dati veri. E che è falso che i non vaccinati siano più esposti alla malattia, più a rischio di prenderla in modo grave, più a rischio di intasare gli ospedali e di morire e far morire coloro – affetti da altre patologie – a cui in sostanza rubano i posti letto.

In effetti, a un certo punto della campagna elettorale, lunga ed estenuante, davanti agli scarsi progressi della sua lista (tutta sua), ecco il giurista Mattei scoprire nei no vax un bacino elettorale e cominciare a vezzeggiarli. E poi fallito, come candidato sindaco, come consigliere, come docente, ha deciso che quel bacino elettorale poteva diventare direttamente un bacino politico, ed ecco lanciare l’idea del movimento “olistico”, nel qual ci può stare di tutto, come in effetti capita tra i no mask no vax no pass…

E , ora si spaccia per costituzionalista, senza esserlo, e persino conoscitore del passato storico per appellarvisi onde sostenere la causa per la quale combatte, intrepido, leader in pectore del movimento, cercando di rubare la scena ad altri personaggi in cerca di visibilità: dal vecchio Agamben, ripescato in un fondo di magazzino foucaultiano, al solito Cacciari, che non perde un’occasione per farsi notare sprezzante di dire autentiche minchiate (sia consentito il termine), fino ai residui del mondo che fu, come Carlo Freccero, il sedicente filosofo Diego Fusaro, l’ex medico (radiato dall’Ordine) e opinionista tuttologo, Alessandro Meluzzi, passato dal PCI a Forza Italia, con cui fu eletto in Parlamento.  Una bella compagnia cantante, che comprende altre cime come Enrico Montesano, Eleonora Brigliadori e non so più chi altri…

Ma il più acccanito è lui, il Mattei, il benecomunista olistico, che straparla, e alla manifestazione di sabato 8 a Torino ha arringato la folla, con una grottesca “lectio magistralis”, nella quale ha lanciato con grande temerarietà la idea di un CLN, un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale che, come quello che radunava le forze antifasciste per guidare la Resistenza contro le camicie nere e i loro padroni nazisti, vorrebbe liberare gli italiani. E con una impudenza a cui ormai ci ha abituato nelle sue sortite, ha paragonato se stesso, con grande modestia, ai 12 docenti che rinunciarono alla cattedra nel 1931 perché si rifiutarono di giurare fedeltà al regime mussoliniano.

Del resto questo genere di paragoni storici, che gridano vendetta, erano già circolati negli scorsi mesi, con osceni richiami ad Auschwitz, con la falsa, infame analogia, tra gli ebrei perseguitati e inviati nei campi di sterminio, e i “resistenti” no vax che vogliamo cacciare in qualche campo di patate, forse, dove starebbero benissimo a scavarle, per servire alle mense popolari.

No, ora basta! Le scempiaggini pseudoscientifiche che i social media hanno diffuso e amplificato, le semplificazioni giuridiche altrettanto infondate, insieme alle aggressioni agli ospedali alle ambulanze le minacce e le violenze contro medici e paramedici, devono suscitare dopo la riprovazione, per tacere dell’azione squadristica contro la CGIL (che vide uniti no mask no vax e no green pass ai fascisti di ogni risma) una risposta del mondo intellettuale. Basta con questi pseudo-scienziati, basta con questi filosofi da strapazzo, basta con questi giuristi dell’ultim’ora. Non c’è un solo scienziato serio, che si sia espresso contro mascherina e vaccini, non c’è un solo costituzionalista che abbia avallato la bella trovata di Agamben, ripetuta pappagallescamente dai suoi seguaci, della “dittatura sanitaria”, non c’è una sola persona di buon senso che possa paragonare il vaccino al gas Zyclon-B con cui si uccidevano a milioni gli internati nei lager nazisti. Non c’è un intellettuale degno di questo nome che possa ancora tollerare queste sparate, che impunemente Ugo Mattei, sta ululando nelle piazze.


Ora basta! Mattei non sa cos’è stato il fascismo, infanga la Resistenza, e ignora quale fu il ruolo storico  il CLN e quale coraggio ebbero i professori che non giurarono.  Il suo coraggio, è quello del piccolo demagogo opportunista, in caccia di consenso, pensando, dopo il fiasco locale a Torino, di mettere su una schiera che lo porti a Montecitorio o a Palazzo Madama.

E tutto questo non vuol dire avallare acriticamente Draghi e Speranza, e gli altri ministri e amministratori; tutt’altro: gli errori sono stati tanti e proseguono. Ma conservare lo spirito critico, non deve indurci a osannare la “libertà” come fanno i fascisti (curioso, questo appellarsi alla libertà da parte loro!), seguendo la loro leader Meloni, o i leghisti che ancora stanno a sentire Salvini. La libertà è sempre da considerare in un quadro sociale, di interesse generale. È così difficile da capire? E quando, nella storia, abbiamo sentito soltanto gridare “Libertà” era la destra che faceva capolino, se accanto alla libertà non si chiedeva uguaglianza, che è la cartina di tornasole della sinistra.  E oggi uguaglianza significa assicurare a tutti, nel mondo, il vaccino, i vaccini, non importa se le varianti del Coronavirus ci obbligheranno a farne due tre quattro cinque dosi. E mentre qui da noi, nel ricco Occidente, ci sono quelli che lo rifiutano, sdegnosamente in nome della “libertà” o per timore di essere controllati dal Grande Fratello, e non vogliono sostentare Big Pharma (ma intanto sono pronti a dare alle aziende farmaceutiche milioni di euro e dollari con centinaia di tamponi, invece del vaccino!), una larga parte di umanità anela a quei vaccini. Oggi schierarsi a sinistra significa non lottare contro il vaccino ma contro i brevetti per i vaccini e farli arrivare in dosi massicce in Africa, Asia, America Latina. Questo è esser di sinistra, questo è sostenere le cure mediche come un “bene comune”, e non urlare nelle strade d’Italia, beotamente: “Libertà-Libertà-Libertà”.

Capito, Mattei, “benecomunista” dei miei stivali?

Il silenzio degli intellettuali seri, non cialtroneschi come lui, non può proseguire.  È ora di gridargli sul muso: “Mattei, ora basta!”

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