Anni di dure lotte del popolo cileno per la dignità del lavoro, per una scuola ed università di qualità e libere dall’ideologia liberista, per i diritti sociali, in special modo per quelli delle donne (referendum sull’aborto del 2017) e per la pace e la libertà, hanno pagato con la vittoria di Gabriel Boric Fonte alle presidenziali, con la coalizione progressista e di sinistra di Apruebo Dignidad. In special modo negli ultimi due anni i cortei popolari che si sono snodati nelle vie delle città cilene e repressi con il sangue e con centinaia di carcerazioni, avevano una parola d’ordine:
“No son 30 pesos, son 30 años”. Parole con le quali si intendeva dire che non ci si opponeva solo all’aumento del costo del biglietto della metropolitana, ma che era ora di finirla con i 30 anni di politiche antidemocratiche e neoliberiste portate avanti da un gruppo di capitalisti corrotti.

Nella patria del più grande “esperimento vivo” , creato dalla scuola neo-liberista dei Chicago Boys, che portò al sanguinoso colpo di Stato fascista di Pinochet dell’11 Settembre del 1973, finalmente si volta pagina.
Blocco dei licenziamenti, aumento del salario minimo (toh, c’è anche in Cile!), libertà per le centinaia di persone incarcerate mentre manifestavano, ritorno alla gestione statale delle pensioni e della sanità, il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni, una scuola ed università libere e aperte. Grandi responsabilità attendono il nuovo Presidente e il suo nuovo governo, che si insediera’ a Marzo Il 30% delle risorse mondiali di litio e la prima produzione al mondo di rame, fanno gola a molte fauci delle belve americane, avide di profitti. Sarà interessante vedere quale sarà la posizione, ma soprattutto l’azione dell’amministrazione Biden.

Una Costituzione da cambiare che prevede la libertà di scelta, sui diritti fondamentali, tra pubblico e privato e che di fatto ha messo nelle mani di chi ha la forza del danaro, i servizi essenziali alla vita di tutti i giorni (sta avvenendo, in un assordante silenzio, anche in Italia con il “Disegno di legge sul mercato e concorrenza” del governo Draghi).

Non sarà facile sconfiggere quella classe politico-industriale, una delle più corrotte e avide del mondo e redistribuire le risorse che sono state rubate alle classi subalterne cilene. Noi saremo attivamente sempre al fianco di chi lotta per l’emancipazione e la libertà del proprio popolo, ovunque si trovi nel mondo. Saremo sempre in prima linea, scegliendo gli interessi dei meno abbienti e combattendo chi ne determina le povertà. Si deve capire che, oltre ad essere nel bel mezzo di una delle pandemie più gravi mai vissute dall’essere umano, siamo ad uno scontro di civiltà epocale tra un sistema economico ormai giunto al capolinea e la capacità e la volontà di crearne un altro, rispettoso della natura e del diritto di vivere dignitosamente la propria vita a ciascun uomo o donna che abita nel nostro pianeta.

Per questo saremo a fianco del popolo cileno in ogni momento, come molti di noi lo furono negli anni della dittatura sanguinaria di Pinochet. Quelli di noi con i capelli bianchi ricorderanno ai più giovani, che la lotta è sempre necessaria, anche se paga dopo decine di anni, ma che vale la pena affrontarla e vivere per una società diversa e più giusta.

Chiudiamo non con la solita citazione ad effetto ma quella di chi ha amato il suo popolo fino alla morte:
” Paghero’ con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di cileni, non potrà mai essere estirpato completamente.” (Salvador Allende).

Quel seme in questi giorni, diventa il frutto più prezioso per il popolo cileno.

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